Terapia occupazionale

Neurologia

Neurologia

La Terapia Occupazionale (TO) è una professione sanitaria della riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione. Le Occupazioni sono l’insieme delle attività significative per il proprio contesto culturale, adeguate all’età, scelte, organizzate e svolte da ogni individuo per provvedere a se stesso, provare gioia nel vivere e contribuire alla vita economica e sociale della comunità (Canadian Association of Occupational Therapy, 1997).

Si mette in atto un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il fare e le molteplici attività  della vita quotidiana, attraverso un intervento individuale o di gruppo, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o sociale, per migliorarne globalmente la qualità di vita pur nella disabilità.

La pratica della Terapia Occupazionale ha come obiettivo il miglioramento della performance occupazionale nelle attività significative e importanti per l’individuo negli ambiti di cura di sé, produttività e tempo libero; aiutando la persona a impegnarsi in attività significative, facendole sperimentare un senso di competenza e soddisfazione.

Nello specifico gli obiettivi sono:

  • Individuare le occupazioni significative e importanti per la persona;
  • Favorire l’autonomia o la partecipazione nelle attività di vita quotidiana sia di base (cura di sé), che strumentali (attività sociali, tempo libero, cura della casa, utilizzo dei mezzi di comunicazione, spostamenti);
  • Stimolare la cognitività (attenzione, memoria, linguaggio, funzioni esecutive);
  • Stimolare la motricità sia fine che globale;
  • Ricreare la storia occupazionale o libro personale ripercorrendo la storia passata e mettendo insieme la propria storia presente/futura;
  • Indagare gli interessi della persona ed eventualmente scoprirne di nuovi;
  • Promuovere il benessere psico-fisico;
  • Fornire strategie per lo svolgimento delle attività, sia per la persona che per i suoi care-giver.

Ogni incontro ha la durata di 45/60 minuti, svolgendo un incontro a settimana per massimo 3 mesi.

Inizialmente le sedute vengono proposte inizialmente in studio, in quanto ambiente neutro e protetto, grazie ad un adeguato impianto di purificazione dell’aria che garantisce la sicurezza, ma nel caso fosse necessario, in alcune situazioni che lo richiedono, si possono effettuare delle sedute presso il domicilio, per riabilitare la persona nel suo ambiente abituale.

Ci puó essere la collaborazione con altre figure quali:

  • il neurologo nel caso di pazienti affetti da patologie che interessano il sistema nervoso o decadimenti cognitivi,
  • Il fisioterapista nel caso di pazienti in cui il recupero di alcune autonomie presuppone il recupero motorio,
  • Lo pneumologo nel caso di pazienti la cui autonomia sia compromessa da problemi respiratori e siano necessarie strategie per eseguire le occupazioni della vita di tutti i giorni.

La terapista occupazionale

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Psicologia

Neurologia

Neurologia

Per il paziente, al fine di contrastare il processo di declino cognitivo, attivare e mantenere le capacità cognitive residue e promuovere l’autonomia funzionale, è utile effettuare interventi di stimolazione cognitiva. Sono, infatti, numerose le evidenze scientifiche che ne dimostrano l’efficacia per prevenire il manifestarsi del deterioramento cognitivo, per mantenere stabile il deficit cognitivo e per migliorare il rendimento cognitivo.

Diversi studi in letteratura dimostrano che la stimolazione condotta in gruppo (4-6 persone) ha ulteriori vantaggi rispetto alla formazione individuale. In particolare, può motivare i membri del gruppo a mettere in pratica strategie efficaci (Saczynski et al., 2004) e consente di trarre conforto dalla condivisione delle loro preoccupazioni sulla memoria (Flynn e Storandt, 1990). L’integrazione sociale non solo aumenta la motivazione e incentiva la risoluzione dei problemi, ma aumenta anche l’autoefficacia (Bandura, 1989). Questa, a sua volta, produce effetti migliori e più duraturi sugli interventi cognitivi (Bandura, 1993; West et al., 2003). Il lavoro di stimolazione in gruppo influenza positivamente la cognizione, la percezione della qualità della vita e la sfera emotivo-relazionale.

I deficit cognitivi, le alterazioni affettivo-comportamentali e le difficoltà esperite nella vita quotidiana possono avere ripercussioni non solo per la qualità di vita del paziente, ma anche per quella del caregiver. Per affrontare la gestione del paziente al domicilio, comprendere e accettare la malattia, si può effettuare un percorso di supporto psicologico, volto anche all’individuazione o allo sviluppo di risorse per far fronte alle difficoltà esperite nel quotidiano lavoro di cura. 

La psicologa

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Test neuropsicologici

Neurologia

Neurologia

La valutazione neuropsicologica è un esame che permette di delineare il profilo cognitivo, affettivo-comportamentale e funzionale di un soggetto. 

Attraverso la somministrazione di test è possibile misurare le capacità di memoria, di orientamento spaziale e temporale, di attenzione, di linguaggio, di ragionamento logico, le abilità visuo-spaziali, le funzioni esecutive e prassiche, ecc. per evidenziare, laddove presenti, i domini cognitivi deficitari. 

Per indagare la presenza di eventuali alterazioni della sfera affettivo-comportamentali (quali, ad esempio, depressione, apatia o agitazione) e dell’autonomia funzionale (come mantenere un adeguato livello igienico, preparare un pasto completo o fare acquisti) vengono somministrati dei questionari, sia al paziente che al caregiver. 

L’esame neuropsicologico contribuisce dunque alla diagnosi di patologie neurologiche, consente di monitorarne il decorso, permette di impostare un eventuale intervento di riabilitazione cognitiva e può essere, inoltre, richiesto dalla Commissione Medica per l’accertamento diagnostico nell’ambito di pratiche per la richiesta di invalidità civile e accompagnamento.

La psicologa

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Visita neurologica

Neurologia

La Neurologia

La Neurologia è la disciplina che si occupa della diagnosi e della cura di patologie che affliggono il Sistema Nervoso Centrale e Periferico e che costituiscono uno spettro molto vasto di malattie. Una visita neurologica può essere indicata per studiare numerosi disturbi, anche considerati di scarsa rilevanza, come il tremore di un arto, vertigini, vuoti di memoria, fascicolazioni muscolari o formicolii alle dita.

Il primo scopo della visita è, dunque, raccogliere un’attenta anamnesi patologica, fisiologica e familiare al fine di avere un’iniziale comprensione sulla possibile origine del problema, escludendo in primis cause ad interesse non primariamente neurologico (ad esempio l’assunzione di farmaci con effetti collaterali sul Sistema Nervoso, deficit vitaminici, disturbi elettrolitici, ecc), in cui la soluzione del problema risiede nel rimuovere la causa scatenante.

Nel corso della visita neurologica di controllo si cerca di inquadrare il disturbo, valutando la possibile presenza di segni neurologici non lamentati dalla persona, che possono aiutare nella formulazione di una corretta ipotesi diagnostica.

Una volta formulata la diagnosi, servendosi anche di esami strumentali (per esempio: TC o Risonanza Magnetica all’encefalo, PET encefalo, ecc..), inizia la fase di trattamento, che si svolge in modo molto differente a seconda della patologia da trattare.

Molti disturbi del Sistema Nervoso, secondari a insulti di diverso tipo, scompaiono una volta messa in atto una terapia adeguata; tuttavia, alcune malattie neurologiche hanno un decorso cronico, pertanto i farmaci attualmente somministrati eliminano il sintomo ma non risolvono il disturbo.

Il percorso che i pazienti iniziano con i familiari e con il neurologo è finalizzato a garantire la migliore qualità della vita possibile. Esso si svolge sia attraverso l’attuazione di terapie farmacologiche, sia mediante la collaborazione con altri specialisti, quali ad esempio:

  • Fisiatra: per consentire una corretta riabilitazione motoria ai pazienti con disturbi del movimento;
  • Terapista occupazionale: che ha un ruolo rilevante nella diagnosi e cura dei disturbi cognitivi;
  • Pneumologo nel caso di disturbi muscolari con interessamento respiratorio;
  • Cardiologo e il Chirurgo vascolare per il corretto inquadramento di disturbi cerebrovascolari;
  • Osteopata.

Il medico neurologo

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