Pneumologia

Chirurgia toracica

La chirurgia toracica è una branca della medicina che si occupa della diagnosi e della terapia delle malattie del polmone, del mediastino (la parte centrale del torace che contiene alcune strutture come la trachea), della pleura (la membrana che riveste il polmone e la superficie interna del torace), del diaframma (il muscolo che separa la cavità toracica e quella addominale e che consente di respirare), e della parete toracica che possono essere curate con un intervento chirurgico.

L’attività principale del chirurgo toracico riguarda l’oncologia toracica, e in particolare i tumori polmonari. Il tumore del polmone è la neoplasia maligna più frequente sia nei maschi che nelle femmine, e affligge in particolare i soggetti fumatori.

Il chirurgo toracico è coinvolto in tutte le fasi del processo di diagnostico e curativo del tumore polmonare, che sono essenzialmente tre.

  1. Fase della diagnosi: molto frequentemente i tumori polmonari sono infatti riscontrati casualmente nel corso di indagini radiologiche (radiografia del torace, TC torace o TC del cuore) eseguite per altri motivi, ad esempio in preparazione di un intervento chirurgico o a seguito di un trauma che ha richiesto un ricovero in Pronto Soccorso. In questi casi il riscontro di una ‘macchia’ nel polmone richiede di eseguire degli esami specifici mirati ad accertare se si tratti o meno di un tumore polmonare.
  2. Fase di stadiazione del tumore: con questo processo, nel paziente in cui è stata fatta una diagnosi certa di neoplasia maligna del polmone viene identificata la fase di sviluppo della malattia (iniziale, intermedia, avanzata), un’informazione fondamentale per decidere il tipo di trattamento più indicato (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, terapie molecolari o immunoterapie, o una combinazione di tutte queste). Per eseguire la diagnosi e la stadiazione dei tumori polmonari, il chirurgo toracico si avvale sia di esami non invasivi (la TC, la PET), sia di procedure invasive, eseguite dal chirurgo stesso, come la broncoscopia e le metodiche associate più recenti, come l’EBUS (EndoBronchial UltraSound, un’ecografia eseguita all’interno dei bronchi) o l’ENB (Elettromagnetic Navigation Bronchoscopy, un sistema simile al GPS che permette di identificare e sottoporre a biopsia noduli polmonari anche molto piccoli e posti alla periferia del polmone).
  3. Fase del trattamento: nei casi in cui il paziente è affetto da un tumore polmonare in stadio precoce o intermedio, questi potrà beneficiare di un trattamento chirurgico, cioè un intervento in cui viene asportata chirurgicamente la parte di polmone in cui si trova il polmone. Al giorno d’oggi questi interventi vengono eseguiti per lo più con tecniche mini-invasive, come la VATS o toracoscopia e la chirurgia robotica con il robot DaVinci, che prevedono l’esecuzione dell’intervento attraverso piccole incisioni inferiori al centimetro, che garantiscono poco dolore post-operatorio, un rapido ritorno alle attività quotidiane e un buon risultato estetico. Nella maggior parte dei pazienti con tumore in fase iniziale, l’intervento chirurgico è risolutivo, cioè non prevede l’utilizzo della chemioterapia o della radioterapia in aggiunta all’intervento chirurgico, con tassi di sopravvivenza 5 anni dopo l’intervento che superano il 90%.

Il chirurgo toracico si occupa inoltre della diagnosi e cura dei tumori del mediastino, come ad esempio il timoma, un tumore che origina da una ghiandola posta davanti al cuore, il timo appunto, e che nel 15% dei casi è associato ad una sindrome neurologica chiamata miastenia gravis, in grado di provocare una sintomatologia caratterizzata da stanchezza muscolare che progressivamente può colpire la muscolatura oculare, scheletrica, fino a causare una grave compromissione respiratoria dovuta a una riduzione dell’attività del muscolo diaframma.

Nel caso delle neoplasie della pleura, sia primitive come il mesotelioma pleurico maligno (un tumore causato dall’esposizione all’asbesto), che metastatiche dovute al coinvolgimento della pleura da parte di tumori originati in altri organi, il quadro di presentazione più frequente è il riscontro di un versamento pleurico, cioè di una raccolta di liquido all’interno del torace. La presenza del versamento non consente al polmone di espandersi adeguatamente e pertanto provoca una riduzione della capacità respiratoria del paziente che nel tempo diventa sempre più grave. Il chirurgo toracico può eseguire una diagnosi di versamento pleurico mediante l’ecografia toracica, una metodica semplice, rapida e indolore, che permette di indirizzare il processo diagnostico e terapeutico in questi pazienti.

La chirurgia toracica si occupa anche di trattare alcune malattie benigne, come ad esempio l’iperidrosi palmare e ascellare. I pazienti affetti da iperidrosi sviluppano, generalmente a partire dall’adolescenza, un quadro di sudorazione molto accentuata soprattutto a carico dei palmi delle mani e delle ascelle, e più raramente anche del volto, una condizione che incide notevolmente nella vita sociale di queste persone.

In casi selezionati, valutati dal chirurgo toracico, è possibile risolvere questo problema attraverso un rapido intervento chirurgico condotto per via mini-invasiva. Infatti è stato dimostrato che la sudorazione accentuata nei pazienti affetti da iperidrosi è causata da un’alterata trasmissione a livello del nervo simpatico, un nervo che decorre all’interno del torace vicino alla colonna vertebrale, e che trasmette gli impulsi nervosi generati dal cervello alle ghiandole sudoripare. L’interruzione chirurgica del nervo simpatico a livelli accuratamente selezionati permette di risolvere questa fastidiosa sintomatologia, consentendo ai pazienti di tornare a condurre immediatamente una vita normale.

I chirurghi toracici

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