L’allergia alle graminacee, chiamata “pollinosi”,scaturisce da un’anomala ed esagerata reazione da parte del sistema immunitario a seguito dell’inalazione attraverso bocca e narici di piccole particelle di polline disperse nell’ambiente che puo’ interessare fino al 20% della popolazione. I pollini sono scientificamente dei gamenofiti (ovvero delle cellule riproduttive maschili) prodotti dalle piante e dotati di una funzione riproduttiva, ovvero responsabili della fecondazione di altre piante appartenenti alla medesima specie. Normalmente non causano particolari problemi; accade però che in alcuni soggetti geneticamente predisposti all’ipersensibilità, una volta raggiunta la superficie umida delle vie respiratorie, l’allergene liberato scateni la risposta immunitaria con la produzione di anticorpi chiamati immunoglobuline (IgE) i quali non lo riconoscono come appartenente all’organismo, liberando istamina e altre sostanze pro-infiammatorie.
Normalmente si verifica con cadenza stagionale (nei mesi da marzo a ottobre, prevalentemente in aprile, in concomitanza con la fioritura delle piante e la dispersione del polline nell’aria). I sintomi sono variabili e possono essere più o meno marcati a seconda dell’allergia e della gravità; spaziano dalla semplice ma fastidiosa lacrimazione degli occhi (oculorinite), al prurito, al raffreddore, agli starnuti frequenti con secrezioni nasali abbondanti, alle difficoltà respiratorie.
Le graminacee più comuni a cui si fa riferimento sono: Mazzolina, erba canina, gramigna e Lolium perenne.
L’allergia alle graminacee puo’ essere diagnosticata tramite un particolare esame diagnostico chiamato Prick Test. Esso si esegue applicando una goccia di allergene sulla cute, pungendola leggermente con un’apposita lancetta. Se il test è positivo, nel giro di pochi minuti compare un piccolo rigonfiamento pruriginoso, simile ad una puntura di zanzara. È un test di facile e rapida esecuzione e dall’attendibilità elevata, eseguito solo dall’allergologo. Esistono in commercio strumenti di autodiagnosi ma la loro completa attendibilità non è confermata.
È importante ricordare che l’allergia alle graminacee può determinare sintomi a seguito dell’ingestione di alcuni alimenti vegetali (come frutta e verdura)- Reazione Crociata- legati da un rapporto di parentela allergenica con la pianta incriminata.
È bene consultare il proprio esperto per ricevere informazioni dettagliate a riguardo e impostare un piano individualizzato.
Alcuni consigli per gestire meglio l’allergia alle graminacee:
- terapia desensibilizzante specifica o ITS. Si basano sulla somministrazione di piccole quantità a dosi crescenti di allergeni che provocano la reazione allergica. L’OMS riconosce l’immunoterapia specifica come unico trattamento in grado di trattare l’allergia, migliorandone la sintomatologia e la qualità di vita;
- lavare frequentemente viso e capelli per evitare di inalare i pollini durante il sonno;
- se particolarmente soggetti, indossare spesso mascherine e occhiali da sole, in modo da ridurre sensibilmente l’esposizione agli agenti allergizzanti;
- pulire spesso il pelo dei propri animali domestici in quanto possono essere vettori di pollini;
- viaggiare in auto sempre con i finestrini chiusi, evitare di posteggiare l’auto in prossimità di parchi o grandi alberi;
- piantare nel proprio giardino solo alberi con impollinazione mediata da insetti (es: tiglio, robinia, ippocastano etc).